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Amor, amoris… “L'Amuri”: Milano parla siciliano in Porta Romana

Un locale elegante ed equilibrato, pronto a dare il benvenuto con la consueta accoglienza di Sicilia. A ricevere gli ospiti, i padroni di casa Mario Valveri e Angela Arena, originari del Messinese

di Nicholas Reitano
 
10 marzo 2024 | 11:30

Amor, amoris… “L'Amuri”: Milano parla siciliano in Porta Romana

Un locale elegante ed equilibrato, pronto a dare il benvenuto con la consueta accoglienza di Sicilia. A ricevere gli ospiti, i padroni di casa Mario Valveri e Angela Arena, originari del Messinese

di Nicholas Reitano
10 marzo 2024 | 11:30
 

Amor, amoris… amori? No. In Porta Romana non si parla latino, ma siciliano. Quindi il dativo nella declinazione di questo sostantivo diventa L'Amuri. Il motivo? Perché Milano accoglie da ormai quattro anni uno dei ristoranti siculi più autentici e più creativi della città proprio con questo nome, che si avvicina moltissimo al reale complemento di termine utilizzato nell'Antica Roma. Ma storia a parte, ora è il momento di addentrarci in questo locale: ci troviamo in via Maestri Campionesi, a pochi passi da viale Umbria (strada che chiude il secondo anello del capoluogo lombardo) e a circa 2 km dal Duomo. A dare il benvenuto i due padroni di casa, Mario Valveri e Angela Arena, originari di Torre Faro (un paesino nel Messinese) e fondatori di ristoranti sparsi tra Milano e la Sicilia. In cucina lo chef Noreddine Dafee, che collabora con loro da circa 26 anni.

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L‘ingresso del ristorante L'Amuri” a Milano

Come sono gli interni del ristorante "L'Amuri" di Milano?

Il locale è molto accogliente. Arredi, mise en place e atmosfera fanno presagire ad una cena elegante, in perfetto stile fine dining. Tra le decorazioni più significative, quelle che sanno di Sicilia, le storiche coffe in ceramica di Caltagirone (tipiche borse realizzate solitamente con paglia intrecciata e addobbata con motivi barocchi), i quadri siciliani dell'artista Mimma Musolino, le musciarabie (antichi sistemi di persiane orientabili che consentivano alle persone situate all'interno di un'abitazione di osservare ciò che si trovava davanti a loro, senza essere visti) e i classici vasi “mezza-pigna”.

I coperti sono 50, disposti in una sala unica, che, però, con la chiusura di una tenda a vista, può ospitare una "stanza" privata sulla parete di fondo del ristorante. Il perfetto sistema di insonorizzazione (invisibile, grazie ad un ottimo lavoro di design) permette poi ai clienti di godersi appieno il proprio pranzo o la propria cena.

La Sicilia nel piatto da "L'Amuri" a Milano

Un'eleganza, un equilibrio e una cura per i dettagli che si riflettono, come da previsione, anche nel percorso degustativo, che è iniziato con una focaccina di tuma e pomodorini secchi siciliani, un pitone con scarola e acciughe e una polpettina di ricciola con gel di sedano. Questo il benvenuto. A seguire un tartare di ricciola con mango siciliano, sale affumicato e pinoli e una tartare di tonno fatta solamente con sale, olio evo e capperi.

E poi tris di primi. Il piatto forte: l'arancino al nero di seppia con una panatura di tuminia e ragù di seppia adagiato su una vellutata di Caciocavallo ragusano Dop, una portata che «viene imitata da tanti», ci racconta sorridendo Mario Valveri. E ancora: paccheri di primo grano con pesce spada, melanzane e pistacchio di Bronte. Come decorazione delle bucce di melanzana fritta, perché «qui non si butta niente»: politica green e circolare, giusta e buona. Infine, un «viaggio in una casa siciliana autentica e tradizionale»: linguine con pomodorino datterino e guancia di pesce, la cosiddetta "Ammofa" in siciliano.

Poi ecco il secondo: filetto di ricciola all'acqua di mare siciliana, ossia pomodorino datterino, olive verdi siciliane in salamoia e capperini di Salina. In chiusura un bis di dolci: una granita siciliana, che prepara personalmente lo stesso Valveri, con panna fresca e con una percentuale di grassi maggiore rispetto a quelle settentrionali, montata al momento. E in chiusura il classico cannolo con la ricotta di pecora, come la ricetta primordiale comanda.

Per tutta la cena, come accompagnamento nel calice, ci è stato consigliato e servito uno Zibibbo "Suolo 5 - Terre siciliane Igt" di Duca di Salaparuta 1824: un vino bianco dal profumo intenso ma fine con decise note di zagara (il fiore degli agrumi) e mughetto. Insomma, qui la Sicilia la si respira ovunque. E, una volta seduto, non si dirà mai "Amunì". Cosa vuol dire in siciliano? Internet darà una risposta alla vostra curiosità. Tutto, poi, sarà più chiaro.

L'Amuri
Via Maestri Campionesi 30 - 20135 Milano
Tel 02 36532833

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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